Intanto, i parcheggi. Connessi, autonomi, incentrati sul sistema Community Based Parking che trova da solo gli spazi liberi e disponibili nelle misure necessarie, grazie a speciali sensori a bordo in grado di trasmettere le info in tempo reale attraverso il Cloud ad una mappa dove l’utente si orienta per rintracciare il prezioso spazio del desiderio, indispensabile nei centri storici.
Come se non bastasse, Bosch fa in modo che trovare un posto per la vettura sia un’esperienza autonoma, indipendente dalla presenza del conducente. Il cliente, infatti, può lasciare la macchina all’ingresso del parcheggio perché il veicolo interagisce con l’infrastruttura parcheggio, attraverso un’apposita app sullo smartphone.
Il dialogo infrastruttura-veicolo interviene grazie ad un software on board che consente anche il ritiro della vettura senza bisogno di assistenza umana, con tanto di pagamento di ticket. La tecnologia di Bosch diventa praticamente umana con l’ultima novità in tema di assistente vocale che di fatto diventa passeggero multilingue.
Si aboliscono i pulsanti nell’abitacolo e così il conducente può rimanere concentrato sulla guida semplicemente dialogando con questa forma di intelligenza artificiale avanzata che parla lingue di 30 Paesi, compresi accenti e dialetti, comprende e risponde anche quando è offline, in galleria e non c’è copertura di linea sullo smartphone…
A completare il pacchetto Bosch a Las Vegas, l’IOT (Internet of Things, delle cose), con la spiegazione delle sue tre fondamentali S – software, sensori e servizi – che arriva alla creazione di nuovi servizi, come l’ecall del brand tedesco. Che in caso di incidente con scoppio di airbag, fa scattare in automatico la chiamata di emergenza e in assenza di risposta manda – anche questo in automatico – immediatamente i soccorsi dove il GPS ha localizzato la vettura. Qui Las Vegas, ovvero CES, Casa Bosch.
Alla prossima!